giovedì 1 maggio 2014

IL FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO E LA CASA DELLE DONNE DI LECCE

mercoledì 30 aprile 20014 ore 21
Multisala Massimo 
Presentano il film di Caterina Gerardi
Nella Casa di Borgo San Nicola con le donne, nel carcere
con Silvia Baraldini (ex detenuta politica)
e Margherita Michelini( direttrice del carcere Gozzini di Firenze)
Multisala Massimo - Lecce 30 aprile 2014
presentazione e proiezione del film di C. Gerardi
Nella Casa di Borgo San Nicola
interventi dal posto  parla Silvia Baraldini 

di Nicoletta Salvemini

Non fermatevi ad ammirare le bellissime immagini. Non osservate solo gli sguardi persi o spavaldi, le mani nervose o operose, i colori di una vita sospesa che rivivono nei panni stesi ad asciugare e nelle tendine alle finestre. Non ascoltate solo i loro racconti che parlano di ciò che era e di ciò che è, nell’attesa di ciò che sarà. Mettetevi in ascolto anche dei rumori e dei suoni del luogo dove la libertà personale viene imprigionata. Il cigolio dei carrelli che portano il cibo, quello interminabile delle chiavi che aprono innumerevoli cancelli e porte o delle voci che riecheggiano nei corridoi e nelle celle. Suoni e rumori abilmente catturati nel luogo dove la cattura è di casa. Un luogo abitato da una popolazione femminile che ricrea come può l’ambiente domestico dal quale è stata sottratta per scontare una pena per reati connessi agli stupefacenti, reati dove il tasso di recidiva è molto alto, svelando in ciò che non solo il ritorno in carcere non ha interrotto il precedente modus operandi ma soprattutto che la pena detentiva, per queste donne, non ha svolto la funzione rieducativa voluta dalla Costituzione. Il carcere, come tutti i luoghi dove si esercita potere, ha una struttura maschile che non conosce il corpo femminile: le mestruazioni, la menopausa, la maternità vengono imprigionate. E quando la questione femminile è entrata in carcere ciò è accaduto solo per tutelare i figli piccoli della madre detenuta e non per pensare e agire un trattamento penitenziario differente per la detenuta. Anche l’ordinamento penitenziario, leggendo la storia della detenzione femminile, risente di questa parziale visione del mondo. Il soggetto intorno al quale minori e donne vengono definiti è il maschio adulto: e’ lui il soggetto imputabile per la legislazione penale. Donne e minori costituiscono l’eccezione al modello e vengono accomunati nel concetto di soggetti deboli: la debolezza dei minori è non essere adulti, quella delle donne non essere uomini. La forza di Caterina Gerardi è quella di aver oltrepassato cancelli e sbarre e di aver con coraggio rivisitato il principio di uguaglianza con quello della differenza di genere, facendoli dialogare. Rivisitare l’eguaglianza affiancando ad essa la differenza di genere ha significato per Caterina mettere in relazione l’astrattezza del principio formale con la materialita’ della situazione concreta. Ha significato interpretare la norma per dare altro senso al principio di uguaglianza che non deve funzionare rigidamente ma deve essere capace di rendere eguali nella differenza. Un’interpretazione coraggiosa, fatta nella consapevolezza che essa non è il fine da raggiungere ma uno strumento per raggiungere il fine e il fine è essere eguali tra diversi. Un’interpretazione fatta per immagini voci e suoni e che Caterina Gerardi ci consegna in uno dei suoi lavori più belli e più difficili da realizzare - Il carcere non è per le donne- e che stasera (ore 21.00 Sala 3) in collaborazione con la Casa delle Donne di Lecce, sarà ospitato nella bella e prestigiosa cornice del Festival del Cinema Europeo.

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