venerdì 29 ottobre 2010

CONTINUA IL VIAGGIO DEL FILM


COMUNICATO STAMPA

Giovedì, 4 novembre 2010 ore 9.30
presso il Polo Umanistico dell'Università degli Studi di Foggia
Via Arpi, 176 si terrà la Giornata di Studio:

Storie di donne in carcere

La giornata di studi è organizzata dal.CRILC (Centro di ricerca interuniversitario per la Ricerca sulle produzioni letterarie in carcere e la sperimentazione di laboratori di scrittura creativa in contesti di detenzione) dell’Università degli Studi di Bari e dell’Università degli Studi di Foggia
in collaborazione con il Centro internazionale Interdisciplinare per gli Studi di Genere, Foggia.
Interventi di: Fiammetta Fanizza, docente di Sociologia; Caterina Gerardi, regista; Stella Magni, autrice; Franca Pinto Minerva, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione; Stefan Nienhaus, Docente di Letteratura Tedesca; Sebastiano Valerio, Docente di Letteratura italiana.
Lettura: Giustina Ruggiero.

La giornata di studi indaga sulla realtà delle donne in carcere e sugli esempi della letteratura e del cinema che raccontano la detenzione femminile. Gli interventi sugli aspetti sociologici, letterari e della formazione delle prigioniere sono scanditi dalla lettura di brani dal romanzo “Le detenute” di Stella Magni che spiegherà lei stessa le ricerche che le hanno portato alla stesura dell'opera. In conclusione della giornata e con l'introduzione della regista, viene proiettato il film “Nella casa di Borgo San Nicola con le donne, nel carcere”: si vedono gli ambiti nascosti del vivere quotidiano del carcere femminile e le detenute dell'Alta sicurezza raccontano la loro storia davanti alla videocamera.

«Dopo il carcere niente è più come prima. Anche se ti sforzi per cancellare
il tempo sospeso trascorso lì dentro. Il tempo che tempo non è. I minuti che
durano un'eternità. L'eternità che si concentra in un istante. In carcere ogni
cosa non è più quella che conoscevi prima di entrarci. Nemmeno il tempo.
Il tempo dei ricordi in carcere è il tempo più crudele.»


Anche se la presenza femminile nei carceri europei è decisamente inferiore rispetto a quella degli uomini e si aggira in tutti i paesi intorno a 4-5%, il fenomeno è in forte crescita (in Spagna, per esempio, negli ultimi tempi si nota un aumento di ca. 15% all'anno!) e, comunque, meriterebbe per la situazione particolare delle donne in detenzione una maggiore attenzione specifica al di là dei ragionamenti sul carcere in generale. Basti pensare al taglio così netto dei legami e delle relazioni affettive più significative quale quelle familiari che le donne, in buona parte madri di figli minorenni, subiscono in un modo più drammatico rispetto agli uomini come una drastica e crudele privazione emotiva.